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Reddito di cittadinanza approvato: inclusione per i poveri

  • Immagine del redattore: avvocatocapizzano
    avvocatocapizzano
  • 16 lug 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Un reddito “di cittadinanza”, o meglio “di inclusione” per chi non ce la fa ad arrivare a fine mese ed è in condizioni di povertà: dopo il voto favorevole ottenuto ieri alla Camera, si avvicina la definitiva approvazione del cosiddetto “decreto povertà” che mira a sostenere i cittadini sulla soglia dell’indigenza.

Il testo ha la forma di un disegno di legge delega che incarica il Governo di adottare le specifiche norme sulla base della cornice stabilita dal Parlamento. In particolare il ddl contiene “norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali (collegato alla legge di Stabilità 2016)”.

Ora il testo passa al Senato per il definitivo ok; dopodiché sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e spetterà all’esecutivo darvi attuazione. La nuova normativa prevede, in particolare, una misura di sostegno al reddito denominata appunto “reddito di inclusione”, destinato alle famiglie e agli individui in situazione di grave difficoltà economica.

Si tratta – hanno commentato i relatori – di una misura universale di contrasto alla povertà, un reddito di inclusione destinato a tutti i cittadini che si trovano in condizioni di difficoltà, per assicurare un sostegno economico immediato e l’attivazione di servizi personalizzati, incentrati sull’azione delle comunità locali, che li aiutino a superare la loro condizione.

“Si partirà con un miliardo stanziato nell’ultima legge di stabilità – ha detto Poletti – che, per la prima volta nel nostro paese, ha istituito un Fondo nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale; risorse che vogliamo aumentare, in modo da raggiungere un numero maggiore di persone in condizione di povertà. Confidiamo che la delega possa essere approvata definitivamente in tempi rapidi, in modo da rendere operativi gli strumenti in essa previsti; in ogni caso, da settembre partiremo con l’attivazione del Sia su tutto il territorio nazionale, avviando così l’impostazione che troverà pieno compimento con l’attuazione della legge delega”.

Contrario il M5S che si è astenuto dal voto con questa motivazione: “Ci asteniamo dal voto sul ddl povertà perché si tratta comunque di una misura che va incontro alle necessità di fasce di cittadini nullatenenti o estremamente deboli. Al contempo, quello approvato è un provvedimento dall’impronta assistenziale, che non aggredisce in modo strutturale il problema della povertà nel nostro paese e che sostiene, in misura insufficiente, solo una parte minoritaria delle persone bisognose”. L’Italia invece avrebbe bisogno di un intervento che aiuti tutti i cittadini a uscire dalla condizione di povertà e che li sostenga nel reinserimento nella società. Quel tipo di intervento già esiste: è il nostro reddito di cittadinanza e quando saremo al governo finalmente lo realizzeremo”.


 
 
 

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