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Prostitute: a chi va con le escort multe e carcere

  • Immagine del redattore: avvocatocapizzano
    avvocatocapizzano
  • 18 lug 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

“Acquisto dei servizi sessuali“: si chiama così il nuovo reato previsto da un disegno di legge recentemente presentato alla Camera, finalizzato a contrastare la prostituzione e lo sfruttamento sessuale.

In base alla nuova normativa, chi viene sorpreso con una prostituta rischia multe sino a 10.000 euro e la reclusione sino a un anno. Ad essere puniti, dunque, non sono più solo lo sfruttamento e ilfavoreggiamento della prostituzione, ma anche il pagamento della prestazione sessuale.

Resta non punibile, invece, la prostituzione in sé: la prostituta, difatti, non ha responsabilità, perché la legge la presume vittima degli sfruttatori (cioè di chi si pone come “intermediario”) che dei clienti.

La prostituta può essere sanzionata, ma non penalmente, solo per l’adescamento. Parliamo di adescamento quando:

– una persona, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, invita al libertinaggio in modo scandaloso o molesto;

– una persona segue i passanti per strada, invitandoli con atti e parole al libertinaggio.

Prostituzione: quali comportamenti sono punibili

Vediamo ora una breve carrellata dei principali reati previsti in materia di prostituzione:

– sfruttamento della prostituzione: questo reato si concretizza quando una persona fa da intermediario tra prostituta e cliente a titolo oneroso o, comunque, lucra sulle prestazioni della prostituta (ad esempio mettendo a disposizione a pagamento un immobile per gli “incontri”);

– favoreggiamento della prostituzione: questo termine indica ogni comportamento volto a facilitare l’esercizio della prostituzione, anche se chi lo mette in atto non ne trae alcun guadagno;

– induzione alla prostituzione: in questo caso, è punito chi pone in essere qualsiasi attività di persuasione o convincimento ad offrire il proprio corpo ad un numero indeterminato di persone.

Ora a questi reati si aggiungerà presto l’acquisto dei servizi sessuali, che punirà molto severamente i clienti delle prostitute, infliggendo loro una pena sino a 10.000 euro e prevedendo la reclusione sino a un anno. Il carcere, comunque, potrà essere evitato offrendo dei lavori di pubblica utilità: il cliente, in pratica, potrà evitare la galera ed alleggerire la multa da pagare prestando attività non retribuita presso associazioni, enti e altri organismi no profit. Questa agevolazione, però, potrà essere concessa una volta sola, dunque non a chi “ricade” nel comportamento proibito.

Non ha rilevanza, ai fini del reato, il luogo in cui è offerta la prestazione sessuale: il comportamento è punibile a prescindere, non solo se si “viene beccati” in strada, ma anche in un’abitazione privata.

Prostituzione in strada

A proposito della prostituzione in strada, quasi tutti i Comuni la proibiscono, prevedendo sanzioni amministrative pesanti. Ad essere punita non è la prostituzione in sé, ma gli specifici comportamenti messi in atto: in alcune zone, ad esempio, è sanzionata lacontrattazione di prestazioni, in altre l’abbigliamento indecoroso, in altre ancora la sosta in determinate zone. Ogni Comune ha adottato delle ordinanze differenti, ma alcune di esse sono state dichiarate incostituzionali.

È stato invece depenalizzato il reato di atti osceni in luogo pubblico, anche se resta sanzionato in via amministrativa, con multe pesanti.

Riapertura delle case chiuse

Se la punibilità dell’acquisto di prestazioni sessuali entrerà in vigore, mal si concilierà con la regolamentazione dell’esercizio della prostituzione. Sull’argomento, attualmente, sono state presentate numerose proposte di legge, che mirano a regolamentare il mercato, prevedendo zone a luci rosse e case di tolleranza autogestite.

La riapertura delle case chiuse comporterebbe l’abolizione del reato di favoreggiamento della prostituzione, o lo circoscriverebbe a determinate ipotesi ma, d’altra parte, riuscirebbe a far diventare la prostituzione una vera e propria professione, con l’apertura della partita Iva e il pagamento delle tasse.

Tasse che, secondo una nota sentenza della Corte di Giustizia Europea, recepita recentemente dalla Commissione Tributaria Provinciale di Savona [1] e da diversi altri tribunali, dovrebbero comunque essere pagate dalle prostitute; ma non si sa con quali modalità, dato che l’attività, essendo priva di regolamentazione, non dà la possibilità di aprire la partita Iva, né di iscriversi all’Inps.

[1] Ctp. Savona, sent. n. 389/2016.


 
 
 

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