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Come si calcola la pensione mensile netta?


Una pensione da 2.000 euro mensili vale, alla mano, poco più di 1.500 euro; così, chi ha una pensione da 1500 euro non arriva a mettersi in tasca 1200 euro e chi possiede un trattamento da 1200 al mese arriva a quasi 990 euro. È questo il peso delle imposte sulla pensione: nonostante, nel 2016, sia stata elevata la no tax area per i pensionati, cioè l’importo al di sotto del quale non si deve pagare Irpef, per effetto delle detrazioni per redditi di pensione, i tributi risultano ugualmente piuttosto salati.

Le detrazioni spettanti ai pensionati, difatti, sono più basse rispetto a quelle che spettano ai lavoratori dipendenti: un pensionato di età minore di 75 anni con 8000 euro di reddito annuo, ad esempio, paga sia l’Irpef, sia l’addizionale regionale e comunale (a seconda del comune di residenza), mentre un lavoratore dipendente con lo stesso reddito non è tassato.

Le differenze si fanno più consistenti e l’imposizione più pesante, se il pensionato ha la “sfortuna” di possedere altri redditi; solo sopra i 55.000 euro di reddito le differenze con i lavoratori dipendenti si azzerano, in quanto sopra tale cifra non sono previste detrazioni per redditi di lavoro dipendente o assimilati e per redditi di pensione.

Ma andiamo per ordine e vediamo come si fa a calcolare la pensione netta “alla mano”, partendo dall’importo lordo liquidato dall’Inps.

Irpef: come si calcola

In primo luogo, bisogna saper calcolare l’Irpef: si tratta dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, che si determina per fasce di reddito, dette scaglioni. Ad ogni scaglione di reddito si applica un’aliquota diversa:

  • sino a 15.000 euro, l’aliquota è pari al 23%;

  • oltre 15.000 e fino a 28.000 euro, è pari al 27%;

  • oltre 28.000 e fino a 55.000, ammonta al 38%;

  • oltre 55.000 e fino a 75.000, è pari al 41%;

  • oltre 75.000 è pari al 43%.

L’Irpef si calcola applicando l’aliquota alle fasce di reddito: ad esempio, se si possiede un reddito pari a 26.000 euro, i primi 15.000 euro sono tassati al 23% ed i restanti 11.000 sono tassati con l’aliquota della seconda fascia, il 27%; l’imposta ammonta dunque a 6.420 euro.

Oltre all’Irpef devono essere calcolate l’addizionale regionale e comunale all’Irpef: questi tributi hanno un importo differente a seconda di quanto stabilito dalle singole regioni e dai comuni.

Detrazione sul reddito da pensione

Una volta determinato l’importo dell’Irpef lorda, deve essere determinata l’Irpef netta trattenuta nel cedolino di pensione sottraendo la detrazione, che spetta se il reddito complessivo non supera 55.000 euro nell’anno di riferimento.

La detrazione non è uguale per tutti i pensionati, ma si calcola con una formula differente a seconda dell’età, inferiore o meno a 75 anni. Inoltre il calcolo differisce a seconda della fascia di reddito di appartenenza.

Per i pensionati , sia al di sotto che sopra i 75 anni, esiste, come accennato inizialmente, la cosiddetta no tax area: si tratta di una fascia di reddito al di sotto della quale l’importo della detrazione supera l’importo dell’imposta sul reddito. Per i pensionati con meno di 75 anni, la no tax area è stata elevata, dal 2016, a 7.750 euro, mentre per i pensionati da 75 anni in su è stata spostata a 8.000 euro. In ogni caso, la detrazione spettante va rapportata ai giorni in cui spetta il diritto alla pensione nell’anno e non è cumulabilecon le altre detrazioni sui redditi (da lavoro dipendente e assimilati, da lavoro autonomo, da impresa minore).

Detrazione pensionati con meno di 75 anni

Le detrazioni per i pensionati al di sotto dei 75 anni sono differenti a seconda della fascia di reddito a cui appartiene il contribuente.

Per l’anno 2016, le detrazioni sono pari a:

  • per reddito complessivo non superiore a 750 euro: 1.783 euro;

  • per reddito complessivo compreso tra 750 e 15.000 euro si deve applicare la seguente formula: 1.255 + [528 × (15.000 – reddito complessivo) / 7.250];

  • per reddito complessivo compreso tra 000 e 55.000 euro si deve applicare la seguente formula: 1.255 × [(55.000 – reddito complessivo) / 40.000].

Se, ad esempio, si possiede un reddito pari a 26.000 euro, la formula di calcolo sarà: 1.255 × [(55.000 – 26000) / 40.000].

La detrazione annua risulterà dunque pari a 909,88 euro.

Detrazione pensionati dai 75 anni in su

Per i soggetti con età dai 75 anni in su, le detrazioni, dal 2016 in poi, sono invece pari a:

  • per reddito complessivo non superiore a 000 euro: 1.880 euro;

  • per reddito complessivo compreso tra 000 e 15.000 euro si deve applicare la seguente formula:

1.297 + [583 × (15.000 – reddito complessivo) / 7.000];

  • per reddito complessivo compreso tra 000 e 55.000 euro si deve applicare la seguente formula:

1.297 × [(55.000 – reddito complessivo) / 40.000].

Pensione: dal lordo al netto

Vediamo ora i passaggi per comprendere quanto vale, alla mano, la pensione liquidata dall’Inps.

Poniamo il caso che l’Inps liquidi a Tizia, che ha meno di 75 anni e risiede a Roma, una pensione lorda pari a 26.000 euro annui. Il lordo mensile si ottiene dividendo la predetta cifra per 13, dunque la pensione lorda mensile ammonta a 2.000 euro. Tale cifra, però, non deve ingannare, in quanto devono essere trattenute Irpef ed addizionale regionale e comunale, prima di arrivare al netto nel cedolino.

In primo luogo bisogna, dunque, prendere come riferimento per il calcolo delle imposte il lordo annuale, pari a 26.000 euro: da questa cifra bisogna arrivare all’imposta lorda, applicando le aliquote per scaglioni.

Come abbiamo osservato nel paragrafo dedicato al calcolo dell’imposta, l’Irpef ammonta, in questo caso, a 6.420 euro.

Dobbiamo poi applicare la detrazione per reddito di pensione valida per i pensionati under 75 e per la fascia di reddito tra 15.000 e 55.000 euro: come già osservato nel paragrafo dedicato, la detrazione ammonta, nel caso di specie, a 909,88 euro.

Abbiamo dunque un’imposta netta annua pari a 5.510,12.

Dopo aver calcolato l’Irpef, è necessario calcolare l’importo dell’addizionale regionale, secondo le regole previste dalla regione di residenza e l’addizionale comunale, secondo le regole previste dal comune di residenza. Nel nostro caso, l’addizionale regionale aumenta a 449,8 euro annui e la comunale a 234 euro annui.

Il totale delle imposte è dunque pari a 6.193,92 euro.

A questo punto, bisogna togliere dalla pensione lorda annua liquidata dall’Inps l’importo delle imposte: arriviamo così alla pensione netta annua, pari a 19.806,08 euro.

Arrivati al netto annuo, è necessario dividere l’ammontare mensile per 13, per conoscere la pensione netta alla mano: nel caso di specie, la pensionata percepirà 1523,54 euro mensili.

Questi passaggi sono sufficienti, per il calcolo del reddito netto, nel caso in cui il pensionato non abbia familiari a carico o diritto ad ulteriori detrazioni (in questo caso il reddito si alza per l’applicazione delle detrazioni aggiuntive) e non abbia altri redditi (in quanto la detrazione si abbassa, sino ad azzerarsi, se il reddito supera i 55.000 euro annui).

Ad ogni modo, questi passaggi fondamentali per giungere dalla pensione lorda al netto liquidato nel cedolino fanno comprendere molto bene quanto pesino le imposte, anche per i cittadini non aventi un reddito particolarmente alto: è bene, dunque, nello stabilire quando andare in pensione in base ai conteggi effettuati da professionisti o patronati, prendere in considerazione non solo la pensione lorda, ma il netto mensile, per evitare amare sorprese.

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